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La “Casa di Annetta” è una struttura residenziale e semiresidenziale per minori a carattere comunitario e di provenienza dall’area del disagio socio-familiare, di età compresa tra i 4 e i 13 anni, caratterizzato dalla convivenza di un gruppo di bambini, preferibilmente omogenei per sesso, con la presenza di operatori professionali che assumono la funzione di adulti di riferimento che guidano i minori in un percorso di crescita dell’identità sociale favorendone la progressiva responsabilizzazione e autonomia.
La Comunità Educativa a dimensione familiare “La Casa di Annetta” può ospitare n. 06 minori, mentre il Centro Sociale Polifunzionale può ospitare n. 10 minori.
Il tempo di permanenza auspicabile dovrebbe essere medio-breve, per facilitare il reinserimento in famiglia, ma non si prevede un tempo massimo di permanenza, soprattutto per le situazioni più complesse di disagio, nelle quali, spesso, vi è una mancanza strutturale di riferimenti familiari in grado di “farsi carico”; a tal fine, essa deve essere intesa non come sistemazione provvisoria, ma occasione di lavoro personale per il cambiamento.
La struttura non prevede l’accoglienza di minori con disabilità che presumano l’affiancamento di figure professionali non presenti nell’attuale dotazione organica.

La “Casa di Annetta” è una struttura residenziale e semiresidenziale per minori a carattere comunitario e di provenienza dall’area del disagio socio-familiare, di età compresa tra i 4 e i 13 anni, caratterizzato dalla convivenza di un gruppo di bambini, preferibilmente omogenei per sesso, con la presenza di operatori professionali che assumono la funzione di adulti di riferimento che guidano i minori in un percorso di crescita dell’identità sociale favorendone la progressiva responsabilizzazione e autonomia.
La Comunità Educativa a dimensione familiare “La Casa di Annetta” può ospitare n. 06 minori, mentre il Centro Sociale Polifunzionale può ospitare n. 10 minori.
Il tempo di permanenza auspicabile dovrebbe essere medio-breve, per facilitare il reinserimento in famiglia, ma non si prevede un tempo massimo di permanenza, soprattutto per le situazioni più complesse di disagio, nelle quali, spesso, vi è una mancanza strutturale di riferimenti familiari in grado di “farsi carico”; a tal fine, essa deve essere intesa non come sistemazione provvisoria, ma occasione di lavoro personale per il cambiamento.
La struttura non prevede l’accoglienza di minori con disabilità che presumano l’affiancamento di figure professionali non presenti nell’attuale dotazione organica.
La modalità operativa di presa in carico (Ammissione) contempla l’elaborazione di un progetto in cui vengono coinvolti gli operatori delle Comunità, i Servizi Sociali del territorio, e, nei casi necessari, il Tribunale dei Minori e altri servizi specialistici.
In particolare, la presa in carico prevede la presentazione del caso da parte dei Servizi Sociali proponenti e si snoda attraverso i seguenti passaggi:
Tale processo viene attivato e seguito dal Coordinatore della Comunità. Il Progetto Educativo, che viene inizialmente formulato di concerto coi Servizi e con l’équipe della Comunità, viene verificato in itinere attraverso incontri periodici fissati coi Servizi richiedenti.
L’ammissione in Comunità di un ospite, qualunque siano le motivazioni, è un momento molto delicato. L’utente viene a contatto con una realtà sconosciuta che lo intimorisce e gli crea un grande stato d’ansia. È importante in questi momenti creare un clima d’accoglienza e accettazione della sofferenza.
Nei casi in cui sia possibile, la Fondazione si rende disponibile a far conoscere all’ospite, prima del suo effettivo inserimento, la struttura della Comunità e le persone che vi operano. In questo modo gli verrà permesso di creare una certa familiarità con la realtà nuova in cui sarà introdotto e di rendere meno traumatico il momento del vero e proprio inserimento. In questo ambito gli educatori diventano per l’ospite delle nuove figure di riferimento che cercheranno di supportarlo nei momenti di difficoltà.
Nel periodo di permanenza nella struttura l’utente dovrà essere coinvolto, informato e responsabilizzato riguardo al progetto educativo che è stato pensato per lui, nella misura in cui la sua situazione psicointellettiva e la sua situazione giuridica lo permettano. È importante inoltre che il lavoro con le altre agenzie quali scuola, ASL ecc. venga concordato dall’équipe degli educatori e dal Servizio Sociale d’appartenenza in modo che si seguano linee educative comuni per il futuro bene dell’ospite.
I documenti richiesti dalla struttura ai Servizi al momento dell’inserimento nel contesto dei servizi residenziali offerti da “La Casa di Annetta” sono:
Le dimissioni avvengono sulla base di due principali modalità:
Non vengono dimessi minori senza che sia stata garantita una nuova situazione di accoglienza per il bambino.